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Crisi di Suez: un nuovo fronte per le assicurazioni

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Il persistere degli scontri in Medio Oriente sta causando crescenti preoccupazioni, sia umanitarie che economiche. Gli attacchi degli Houthi, supportati dall’Iran, ai mercantili che attraversano il Mar Rosso stanno intensificando l’allarme per la stabilità delle catene di approvvigionamento globali.

Il Canale di Suez, attraverso cui passa circa il 30% del commercio mondiale, è diventato una zona a rischio. Nei primi 11 giorni del 2024 il traffico navale tramite Suez è crollato di circa il 30% rispetto allo stesso periodo di un anno fa. Il numero di navi che hanno attraversato il canale in queste prime due settimane del 2024 è sceso finora a 544, in forte calo rispetto alle 777 navi che sono transitate da Suez nello stesso periodo del 2023. In base ai calcoli dell’Ispi, sulla rotta Suez-Mar Rosso transita quasi un container su tre su scala mondiale e circa il 12% dei commerci, per un controvalore di oltre 1.000 miliardi di dollari.

Di conseguenza, molte compagnie di trasporto marittimo, cercando di evitare attacchi o saccheggi, stanno scegliendo di bypassare il Mar Rosso, circumnavigando l’Africa per raggiungere il Mediterraneo. Questa enorme deviazione impone però costi aggiuntivi significativi per le compagnie navali, sia in termini di carburante e personale che per i ritardi nelle consegne, influenzando così i tempi di spedizione da e verso l’Europa.

AUTOMOTIVE IN PANNE

L’industria dell’auto, da sempre tra le più globalizzate nella sua catena di forniture, sta affrontando una nuova crisi che segue quella dei chip, dovuta all’interruzione dell’approvvigionamento di componenti essenziali e alle difficoltà nell’importazione di vetture dai Paesi asiatici. Questa situazione sta generando significative ripercussioni economiche nel settore. L’interruzione delle catene di approvvigionamento globali e i problemi logistici correlati alla distribuzione di componenti e veicoli rappresentano sfide critiche che rischiano di influenzare profondamente il mercato automobilistico. Questo scenario complica ulteriormente la situazione già tesa per le aziende automobilistiche e ci sono già i primi brand mondiali che dichiarano stop temporanei della produzione nelle loro fabbriche europee.

CRISI LOCALE, CONSEGUENZE GLOBALI

Due anni fa, il blocco del Canale di Suez causato dalla nave “Ever Given”, lunga 400 metri, dal 23 al 30 aprile, ebbe conseguenze notevoli. Centinaia di navi rimasero bloccate, in attesa che la nave fosse liberata, un’operazione che richiese l’impiego di 13 rimorchiatori e una draga che asportò 30.000 tonnellate di sabbia dal fondo del canale. Attualmente, è prematuro affermare che la situazione attuale possa degenerare fino a quel livello di gravità. Tuttavia, i segnali di allarme riguardo alle tensioni nel Medio Oriente e agli impatti sul commercio marittimo mondiale sono ancora più concreti.

Inoltre, c’è un’attenzione crescente sui prezzi delle materie prime, soprattutto quelli energetici come gas e petrolio, che rimangono volatili in questo scenario di incertezza. Il disordine nelle supply chain globali avrà quasi certamente un impatto sull’inflazione. Sebbene sia difficile prevedere l’entità precisa di questo effetto, le borse internazionali avvertono tensione crescente, anche perché questa situazione potrebbe indurre le banche centrali a riconsiderare la promessa di abbassare i tassi di interesse.

LE ASSICURAZIONI LO AVEVANO PREVISTO

Anche prima degli attacchi Houthi recenti, il mercato assicurativo londinese aveva classificato la parte meridionale del Mar Rosso come zona ad alto rischio. Di conseguenza, le navi che navigano in queste aree devono notificarlo alle loro assicurazioni e pagare un premio aggiuntivo.

Secondo fonti del settore assicurativo, i premi per il rischio di guerra sono aumentati fino all’1% del valore di una nave, rispetto allo 0,7% della prima settimana di gennaio, nonostante i vari sconti applicati dagli assicuratori. Si prevede inoltre che questi tassi continueranno a crescere. Questo aumento riflette la crescente percezione del rischio e il potenziale impatto finanziario degli attacchi e delle tensioni nella regione.

Anche questa volta, il settore assicurativo può affiancarsi al Risk Management per fornire una consulenza strategica su un tema dalle conseguenze economiche (e sociali) di impatto diretto e globale.

Per approfondire i modi con cui proteggere e promuovere il proprio business sul settore del trasporto merci, il nostro Head Office Davide Alberti è a vostra disposizione: davide.alberti@pcabroker.com e https://www.pcabroker.com/auto/

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Grazie per l’attenzione e la lettura!

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