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CHATGPT per le assicurazioni (non solo in Italia)

ChatGPT-e-le-assicurazioni--cosa-può-fare,-cosa-serve-Square,PCA-Consultative-Brokers
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OpenAI e ChatGPT hanno riscontrato sul mercato mondiale un grandissimo successo, e anche nel nostro Paese l’interesse verso questa tecnologia di intelligenza artificiale ha raggiunto livelli record: i dati pubblicati da Comscore rivelano come nel solo mese di gennaio OpenAI.com abbia registrato oltre 1 milione di interazioni sui social media, il doppio rispetto all’intero periodo compreso tra ottobre e dicembre 2022. Ancora meglio ha fatto il chatbot con 9,2 milioni di action (erano “appena” 2,1 milioni a dicembre), +330% rispetto all’ultimo trimestre dell’anno passato, 4 milioni di visitatori unici in Italia a gennaio per ChatGPT, di cui 905.000 da mobile. Sono però la minoranza dei 523.000 che accedono da desktop a passare più tempo sul sito, 11,1 minuti in media per ciascun visitatore al mese. Gli utenti da smartphone e tablet non sono però troppo lontani: 9,7 minuti al mese.

 

STOP A CHATGPT IN ITALIA, PER LA PRIMA VOLTA NEL MONDO

OpenAi ha sospeso l’accesso al servizio ChatGPT in Italia, dopo lo stop del Garante della privacy al software d’intelligenza artificiale sviluppato dall’organizzazione di ricerca americana.

Dopo gli appelli di manager e ricercatori e le prime denunce d’oltreoceano, arriva dall’Italia il primo stop a ChatGPT, il software di intelligenza artificiale che sta suscitando grande interesse in tutto il mondo, ma anche moltissimi interrogativi, che alla fine anche il Garante per la privacy si è posto, decidendo di mettere un freno alla piattaforma in grado di sviluppare conversazioni con gli umani attraverso tecniche di apprendimento automatico. L’Autorità ha aperto un’istruttoria contestando la raccolta illecita dei dati degli utenti italiani e ha disposto, con effetto immediato, la limitazione provvisoria del loro trattamento da parte di OpenAI, che ha sviluppato e gestisce la piattaforma, fino a quando la normativa sulla privacy non verrà rispettata.

 

L’UTILITÀ DI CHATGPT PER LE ASSICURAZIONI

ChatGPT può avere un impatto positivo sul settore assicurativo. Il chatbot si è fatto valere durante una dimostrazione alla conferenza Insurtech Insights Europe. Interrogato sui vantaggi che potrebbe apportare alle compagnie assicurative, ChatGPT ha affermato che la sua “conoscenza” (basata su 175 miliardi di parametri di dati) e le sue capacità di comunicazione potrebbero assistere i clienti nelle loro richieste assicurative, aiutando gli assicuratori a rimanere al passo con le tendenze emergenti e le esigenze dei clienti.

Lo strumento di elaborazione linguistica dell’IA ha scatenato un dibattito intenso, sempre più frenetico, sulle sue implicazioni per il mondo professionale, anche se ha guadagnato popolarità in vari settori come la sanità e l’istruzione.

Ma i leader delle compagnie assicurative, molte delle quali utilizzano l’IA per ottimizzare i sinistri, la sottoscrizione, la distribuzione, il rilevamento delle frodi e molto altro ancora, sono ottimisti riguardo alle porte che l’IA generativa potrebbe aprire. La combinazione di IA e interfaccia conversazionale tipica del chatbot “vecchio stile” potrebbe avere un potere trasformativo per le assicurazioni.

Alla fine, chiedere a un computer, usando un linguaggio umano e naturale, di risolvere un problema e questo  è in grado di farlo, cambia radicalmente le carte in tavola.

 

Inoltre, se si dispone di modelli di IA che hanno la sofisticatezza e la capacità di interpretare liberamente con intelligenza, anche questo avrà un’enorme influenza. I professionisti che adottano queste tecnologie possono incrementare notevolmente il loro livello professionale.

 

QUALI SONO I PRO E I CONTRO DI CHATGPT PER LE ASSICURAZIONI?

Secondo gli esperti, allo stato attuale è improbabile che l’IA generativa possa sostituire completamente i sottoscrittori, i gestori dei sinistri o i rappresentanti del servizio clienti.

La stessa ChatGPT ha una lista significativa di insidie: non è in grado di cogliere il contesto o le sfumature della comunicazione umana, come il sarcasmo; è limitata nella sua capacità di gestire compiti multipli; e non ha abbastanza esperienza per redigere documenti complessi o tecnici, come le formulazioni delle polizze.

Inoltre, può avere pregiudizi e preconcetti in base ai dati su cui è stata addestrata, il che apre un vaso di Pandora di questioni etiche per le compagnie assicurative.

Il valore dell’IA generativa risiede nel suo potenziale di automatizzazione di attività  fondamentali. Se qualcuno potesse scrivere le giuste istruzioni a un’IA, invece di formattare manualmente un foglio di calcolo, potrebbe lavorare in un centesimo o addirittura un milionesimo del tempo – ad esempio addestrando la propria IA a gestire i dati dei sinistri assicurativi, all’interno di una piattaforma di automazione dei sinistri e capace di elaborare la maggior parte delle richieste in pochi minuti. Può essere questo il motore dell’innovazione per tante aziende che cercheranno di sfruttare l’IA per applicazioni super specifiche.

In pratica la sfida è “specializzare” gli attuali modelli generalisti di IA per creare versioni sovralimentate” per specifici settori. Ad esempio, i rami “personali” come le assicurazioni sulla casa e sull’auto, dove sono già disponibili centinaia di milioni di dati che l’IA può sfruttare, potrebbero ottenere risultati sorprendenti.

 

PCA continua a studiare le innovazioni dell’intelligenza artificiale, per integrarle in una strategia di analisi e consulenza a tutto campo.

 

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