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Una “buona” fine d’anno per l’automotive

Automotive: i trend a fine 2022 - PCA Consultative Brokers
Automotive: i trend a fine 2022 - PCA Consultative Brokers

È vero: l’industria automotive italiana deve fare i conti con un contesto economico particolarmente difficile e con un settore che punta sempre di più sull’elettrificazione, con l’UE che ha già avviato la procedura per bloccare le vendite di auto ICE dal 2035. Per il settore della componentistica automotive in Italia, nonostante le difficoltà, si registra un primo semestre del 2022 positivo. La conferma arriva in queste ore da ANFIA. L’Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica, infatti, ha diffuso i primi numeri relativi all’export della componentistica automotive italiana per il primo semestre dell’anno che si avvia alla conclusione. Per il futuro restano grandi interrogativi. In particolare, è il tema della transizione ecologica quello da osservare con maggiore attenzione.

Cresce l’export della componentistica automotive italiana: i dati del primo semestre 2022

dati forniti da ANFIA per quanto riguarda l’export della componentistica automotive italiana sono, senza dubbio, incoraggianti. Dopo il rimbalzo dello scorso anno, dovuto alla pandemia e ai lockdown del 2020, il primo semestre del 2022 si chiude in positivo. La crescita percentuale, quantificata dai numeri forniti da ANFIA, è del +3,4%. Complessivamente, l’export della componentistica automotive vale 11,84 miliardi di euro con un saldo della bilancia commerciale (differenza tra export e import) che risulta positivo e pari a 2,65 miliardi di euro. Da notare che è cresciuto anche l’import di componentistica (+9,5%) con un valore complessivo di oltre 9 miliardi di euro.  Ricordiamo che il settore della componentistica automotive in Italia aveva chiuso il 2021 con un export complessivo di 21,7 miliardi di euro ed una crescita del +15,4% rispetto all’anno precedente. Il 2022, considerando i dati del primo semestre dell’anno, dovrebbe chiudersi su valori più elevati, migliorando nettamente i risultati del 2021. A trascinare la filiera italiana è stato, soprattutto, il dato del secondo trimestre del 2022, chiuso con un ottimo +4,7%, in crescita rispetto al primo trimestre, chiuso con un +1,9% su base annua.

La componentistica automotive è un settore chiave per l’economia italiana

I pochi ma fondamentali numeri forniti da ANFIA descrivono al meglio la rilevanza del settore della componentistica automotive italiana. Tale settore conta, ad oggi, circa 2.200 imprese sul territorio con un fatturato di oltre 54 miliardi di euro e oltre 168 mila addetti diretti. Da notare che la bilancia commerciale del settore della componentistica è in positivo da oltre 20 anni mentre il settore automotive italiano continua ad essere in negativo.

Il settore si prepara alla transizione ecologica

Sul futuro del settore della componentistica automotive in Italia ci sono diversi interrogativi. Il più grande è, però, rappresentato dalla transizione ecologica con l‘elettrificazione della mobilità. L’UE ha già avviato il programma per arrivare, in futuro, all’azzeramento delle emissioni per il settore automotive. Questo programma sarà affiancato, inevitabilmente, da una trasformazione dell’intera filiera produttiva. Anche la componentistica dovrà fare la sua parte – ma quale? Qui si aprirà un grande dibattito.

Intanto, cresce con forza il riciclo nel settore

Secondo la nuova analisi di Bain & Company, “Reuse, Remanufacturing, Recycling, and Robocabs: Circularity in the Automotive Industry”, l’uso di materiali riciclati nell’industria crescerà dal 20-25% al 60%, riducendo le emissioni e migliorando la resilienza dei veicoli. Entro il 2040, le auto private potrebbero rappresentare solo il 40% dei chilometri di trasporto urbano in tutto il mondo, rispetto all’attuale 67%

Una maggiore circolarità dei materiali usati dal settore automobilistico europeo – attraverso il riciclo, un uso più efficiente dei materiali e lo sviluppo di nuovi modelli di business per la mobilità – potrebbe ridurre le emissioni associate ai materiali utilizzati nella produzione di ogni veicolo del 60% entro il 2040 rispetto all’uso di “materiali vergini” per la produzione. Entro il 2040, l’uso di materiali riciclati nella produzione del settore in Europa potrebbe più che raddoppiare, passando dall’attuale 20-25% a circa il 60%.

La circolarità, una “marcia in più”

Lo studio di Bain & Company sottolinea anche come la circolarità sia destinata a svolgere un ruolo chiave nella riduzione delle emissioni durante il ciclo di vita delle automobili.

Secondo l’analisi, i nuovi veicoli prodotti nel 2040 potrebbero essere riciclabili quasi al 100%, rispetto all’attuale 75-80%. Un aumento di sei volte nell’uso di parti riciclate nelle riparazioni auto – passando da solo il 2% nel 2020, al 10-15% entro il 2040 – potrebbe nel frattempo garantire una migliore circolarità per tutta la durata di vita di un veicolo. Il solo passaggio all’uso di motori rigenerati o riutilizzati ha il potenziale di ridurre le emissioni dell’85%.

L’UE si sta muovendo in particolare per alzare il tasso di riciclaggio dei materiali delle batterie entro il 2030: le norme impongono livelli elevati di recupero, ad esempio il 70% del litio e il 95% di cobalto, rame e nichel. Le nuove norme prevedono anche un aumento della misurazione delle emissioni di carbonio, richiedendo che l’impronta carbonica della batteria e altri elementi tecnici siano monitorati durante l’intero ciclo di vita. Alcune aziende si stanno già muovendo per sfruttare queste opportunità, e i servizi di mobilità rappresenteranno una quota crescente dei profitti globali del settore.

 

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