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Coronavirus: gli effetti sui viaggi

Coronavirus: gli effetti sui viaggi - PCA Consultative Broker
Coronavirus: gli effetti sui viaggi - PCA Consultative Broker

AUMENTA IL RISCHIO PER LE ASSICURAZIONI

L’epidemia di Coronavirus in corso dovrebbe servire da campanello d’allarme per gli assicuratori per analizzare ulteriormente la loro esposizione a epidemie e pandemie. Questi i rumors raccolti tra gli assicuratori e riportati dalla stampa internazionale.

Gli analisti sostengono che il Coronavirus potrebbe rappresentare un rischio significativo per i riassicuratori di tutto il mondo. È importante notare che epidemie regionali e globali irregolari come il Coronavirus sono anticipate dal mercato della riassicurazione. In effetti, i moderni regimi di regolamentazione del capitale basato sul rischio richiedono ora agli assicuratori di detenere specificamente il capitale contro questo tipo di eventi se l’assicuratore non riassicura il rischio.

OLTRE 1,8 MILIONI DI ITALIANI HANNO ANNULLATO I VIAGGI

Un campanello d’allarme per le assicurazioni suona nel settore del turismo. Secondo un’indagine realizzata da mUp Research e Norstat, 1,8 milioni di italiani hanno annullato trasferte e vacanze che avevano in programma nei prossimi tre mesi, dunque fra febbraio e aprile. Anche se la destinazione non era la Cina. Stando alle ragioni addotte, la decisione di non viaggiare è stata del tutto indipendente dalla destinazione prevista per il viaggio, tanto che all’esplicita domanda: “Ha scelto di annullare il viaggio che aveva in programma per via del Coronavirus?” fra chi ha risposto affermativamente, ben il 62,9% avrebbe dovuto viaggiare all’interno dei confini nazionali.

Tuttavia nel complesso per chi aveva in programma un viaggio e ha scelto di annullarlo, nel 19,7% dei casi la destinazione era comunque un paese asiatico, nel 2,2% una nazione africana e, nel 15,1%, una europea. Se a livello nazionale la percentuale di chi ha scelto di annullare il viaggio è stata pari al 6,8%, studiando i dati su base territoriale si scopre come il fenomeno sia molto inferiore al Nord-Ovest (3,4%) e notevolmente superiore al Sud e nelle Isole, area in cui la percentuale di viaggiatori che ha deciso di rimanere a casa sale fino al 10,8%.

MA SOLO IL 6,8% HA SCELTO UN’ASSICURAZIONE

Hanno invece agito con estrema prudenza e razionalità quei viaggiatori (il 6,8% del campione intervistato) che, per tutelare sé stessi e i soldi investiti nel proprio viaggio, hanno sottoscritto un’assicurazione viaggio o sanitaria che non avevano preso in considerazione. A farlo sono stati soprattutto i residenti nel Meridione (9,7%) e nel Centro Italia (8,5%) e i viaggiatori con età compresa fra i 25 ed i 34 anni. Piccola curiosità: fra chi ha scelto di sottoscrivere questo genere di copertura ancora una volta la meta più frequente era proprio l’Italia (7,8% vs 5,9%).

DAI MERCATI FINANZIARI UNA “SPERANZA”?

È interessante notare come l’ampiezza e la varietà dei mercati siano capaci di assorbire quest’urto e individuare comunque settori di crescita. L’impatto dell’epidemia di Coronavirus sull’economia e sui mercati cinesi (e asiatici) deve ancora dispiegarsi completamente: i suoi effetti continueranno a farsi sentire prevedibilmente per tutto il primo semestre del 2020. Ma quando le notizie sul contagio inizieranno finalmente a farsi meno allarmanti, Pil e borse dovrebbero rimbalzare, riportandosi rapidamente sui livelli di inizio anno.

A livello di settori, a beneficiare dell’epidemia saranno prevedibilmente, nel brevissimo termine, produttori di mascherine, farmacie, intrattenimento online (videogiochi, e-commerce) e il mondo biotech (in una fase successiva, quando i vaccini saranno sviluppati). In forte sofferenza invece comparti come turismo, trasporti, retail, hotel/ristoranti. Anche se l’esperienza della SARS suggerisce che, dopo una sottoperformance consistente, questi ultimi tendano a subire un forte rimbalzo non appena la paura per l’epidemia svanisce.

 

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